Artroscopia di caviglia (Ankle artrhoscopy)

La caviglia è in assoluto l’articolazione più colpita da traumi, con una percentuale di 19% sul totale dei traumi registrati negli anni 1998-2012. Le patologie della caviglia suscettibili di trattamento artroscopico possono manifestarsi in un’età variabile a seconda della patologia, ma comunque prevalentemente giovanile o comunque dedito a pratica sportiva o lavorativa.

L’artroscopia è una metodica chirurgica miniinvasiva che permette di trattare numerose patologie intraarticolari della caviglia come nel ginocchio o nella spalla. L’artroscopio (strumento utilizzato per guardare dentro l’articolazione) permette sia di completare la diagnosi basata sulla visita medica e sulla valutazione degli esami strumentali di imaging (Rx , RMN , TC) sia di eseguire i trattamenti. L’artroscopio è uno strumento costituito da fibre ottiche che diffondono nell’articolazione una luce intensa e permettono grazie a lenti speciali di vedere dentro l’articolazione; una telecamera collegata all’artroscopio permette di vedere le immagini su un monitor.


Artroscopia di caviglia; posizione e trazione. Dottor P. D'Aleo
L’intervento viene di solito eseguito con paziente in anestesia spinale o con blocco periferico e con arto sottoposto ad una trazione del piede. Il paziente sveglio solitamente può guardare sul monitor l’intervento.

Vengono praticate due o più incisioni nella caviglia. Del liquido sterile viene introdotto per distendere l’articolazione facilitando la visione all’interno. Tramite l’artroscopio il chirurgo può evidenziare il tipo ed il grado di danno e può procedere con appositi strumenti al trattamento.

Le patologie che più di frequente si giovano del trattamento artroscopico sono spesso secondarie alla distorsione di caviglia che in fase cronica può manifestarsi con i seguenti quadri:

• Sinoviti. La “sinovia” (membrana che riveste internamente l’articolazione) può infiammarsi provocando dolore e rigidità articolare. In artroscopia si puo’ sia fare un prelievo per eseguire un esame microscopico, sia eseguire una ”sinoviectomia” (asportazione della membrana sinoviale infiammata) con appositi strumenti motorizzati.

• Lesioni osteocondrali. Si riscontrano particolarmente in pazienti, prevalentemente sportivi, che fanno un “uso” intenso dell’articolazione (giocatori di baseball o di football americano, calciatori, ballerine, cestisti, pallavolisti etc.). Sono aree localizzate di sofferenza della cartilagine e dell’osso sottostante. Nella maggioranza dei casi si tratta di lesioni dell’astragalo (un osso del piede); tali lesioni provocano dolore e limitazione funzionale. Il chirurgo potrà servirsi, in questi casi, di particolari strumenti per lavorare sulla cartilagine; è possibile asportare queste porzioni di cartilagine e di osso danneggiate e staccate dal resto della struttura ed eseguire microfratture per favorire la formazione di nuova cartilagine sana oppure innesti di cartilagine con metodiche diverse.


Artroscopia di caviglia. Dottor P. D'Aleo

• Corpi liberi. Sono porzioni di cartilagine o osso non vitale che possono staccarsi rimanendo mobili all’interno dell’articolazione e causare infiammazione e dolore e, in alcuni casi, il “blocco” meccanico dell’articolazione stessa. Possono avere origine traumatica o displasica (osteocondromatosi). Si possono asportare in genere in modo agevole per via artroscopica con risoluzione della sintomatologia.

• Sindromi da “impingement”. Possono formarsi anteriormente o posteriormente prominenze ossee o fibrose intrarticolari che provocano contatto con dolore e difficoltà nel movimento. Possono essere asportate e levigate con appositi strumenti motorizzati eliminando così il dolore e l’impossibilità meccanica di articolare normalmente la caviglia.

• Artrosi. E’ una degenerazione ed una usura della cartilagine articolare; è possibile effettuare dei lavaggi asportando i detriti che mantengono una condizione infiammatoria riducendo il dolore; in casi selezionati è anche possibile eseguire una artrodesi cioè un bloccaggio chirurgico dell’articolazione asportando in artroscopia le residue cartilagini degenerate prima di immobilizzare la caviglia con mezzi di sintesi (viti, placche e chiodi).


Artroscopia di caviglia. Dottor P. D'Aleo

Dopo l’intervento il paziente è lasciato libero, normalmente, con un semplice bendaggio e la borsa del ghiaccio; la mobilizzazione viene permessa da subito mentre la ripresa del carico varia con il tipo di intervento effettuato. Solo in caso di artrodesi la caviglia viene mantenuta immobilizzata. Farmaci antidolorifici vengono somministrati nei primi giorni in caso di dolore; l’eparina a basso peso molecolare viene solitamente somministrata fino alla ripresa del carico.

I vantaggi dell’artroscopia sono quelli di essere un trattamento scarsamente invasivo che permette pertanto tempi di ospedalizzazione minori, tempi di guarigione minori ed una ripresa funzionale più precoce. Poiché richiede solo piccole incisioni ci saranno piccole cicatrici; il dolore post-operatorio è in genere più tollerabile rispetto agli interventi a cielo aperto; la convalescenza è generalmente più rapida rispetto alla chirurgia tradizionale "aperta".

Le maggiori complicanze sono rappresentate da possibili lesioni dei nervi superficiali o dei tendini in corrispondenza dei tramiti artroscopici.


Dott. Paolo D'Aleo
Medico Chirurgo
Specialista in ortopedia e Traumatologia

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