Protesi Totale di Anca (Total Hip Prosthesis)

La coxartrosi è una patologia prevalente nella terza età. Il sesso femminile è più colpito rispetto a quello maschile.



Disegno di PTA (Protesi Totale di Anca)
Per quanto concerne la diagnosi il dolore è presente sia alla palpazione sia ai movimenti articolari attivi e passivi e si manifesta in regione inguinale o glutea. Il dolore è spesso irradiato in regione antero-mediale della coscia fino al ginocchio.

La gravità del quadro radiografico non è sempre esattamente corrispondente allo stadio clinico della malattia: i segni radiografici possono precedere i sintomi o viceversa. Quadri radiografici quasi normali si accompagnano a sintomatologia assai dolorosa e quadri radiografici di grave deformazione della testa femorale si riscontrano in pazienti paucisintomatici.

E’ una patologia lentamente progressiva con alterazioni degenerative delle superfici articolari ingravescenti che determinano:

- comparsa di limitazione articolare progressiva (dapprima salire e scendere le scale o alzarsi da una sedia e poi anche mansioni più leggere);

- dolore che è presente tipicamente a inizio attività ad esempio i primi passi al mattino, viene poi aumentato dal movimento e dal carico prolungato, mentre tende a ridursi con il riposo. Nelle fasi avanzate della malattia il dolore può persistere anche a riposo.


Radiografia di Coxartrosi dx

Per quanto riguarda le cause può essere classificata come "primaria" quando non riconosciamo una causa e "secondaria" quando esistono fattori causali noti (fratture o traumi pregressi, artrite reumatoide, obesità, displasia congenita d'anca, ecc.)

Nelle fasi più avanzate si può osservare ipotrofia muscolare dei glutei e del quadricipite e talvolta un accorciamento dell'arto interessato corresponsabile della zoppia. Risultano limitate l'intrarotazione l'estensione, l’abduzione, l’ adduzione e la flessione.


Radiografia di PTA ( Protesi Totale di Anca) sinistra

I trattamenti

- Terapia a base di farmaci antinfiammatori e, se necessario, antidolorifici. Va incoraggiato il calo ponderale dove presente.

- Fisiochinesiterapia (l’elettroterapia, gli ultrasuoni, la magnetoterapia e la mobilizzazione attiva e passiva dell'articolazione hanno lo scopo di ripristinare e/o mantenere la normale mobilità articolare e di impedire l'ipotrofia muscolare).

- Terapia infiltrativa con Ac. Jaluronico sotto controllo ecografico.

- INTERVENTO CHIRURGICO DI PROTESI DELL’ANCA: ha dimostrato di essere in grado di ripristinare il movimento articolare in assenza di dolore. Quando viene data l’indicazione all’intervento vengono dati anche alcuni consigli.

- L'eccesso di peso deve essere controllato

- Nei pazienti diabetici deve realizzarsi un ottimo controllo della glicemia.

- La muscolatura deve essere rinforzata con esercizi mirati soprattutto alla muscolatura glutea.

- Se il dolore è intenso il paziente deve stare a riposo e praticare fisioterapia a scopo antalgico (magnetoterapia, ionoforesi,).

- Qualora il paziente abbia sofferto di episodi tromboembolici un esame doppler degli arti inferiori e una consulenza chirurgica vascolare sono consigliati.

- Nei giorni precedenti l'intervento il paziente esegue gli esami ematochimici di laboratorio, le radiografie del torace, ECG e visita anestesiologica. Se i suoi esami lo consentono potrà fare i predepositi di sangue eventualmente da reinfondere dopo l’intervento.

- Normalmente il ricovero avviene il giorno prima dell’intervento. Al paziente viene spiegato l’intervento e le possibili complicazioni e viene data informazione dei possibili rischi. Viene quindi fatto firmare un modulo di consenso all'intervento, all'anestesia e ad eventuali trasfusioni di sangue.
- La sera prima dell'intervento inizia la profilassi antitromboembolica e un’ora prima dell’intervento la profilassi antibiotica.

- L’intervento eseguito in condizioni di massima sterilità consiste essenzialmente nell’asportazione della testa del femore, nella preparazione della diafisi femorale e del cotile all’accoglimento della componenti protesiche. Uno stelo viene fissato nel canale osseo della diafisi femorale che porterà la testina della protesi. Una coppa metallica viene fissata nell’acetabolo e accoglierà l’inserto concavo che si articolerà con la testina. Dopo la manovra di riduzione (corretto riposizionamento) l’anca acquista di nuovo la sua possibilità di svolgere i movimenti idonei ad una corretta deambulazione.

- Al termine dell'intervento l'arto operato presenta la medicazione con i drenaggi e sulla ferita viene posta una borsa del ghiaccio.

- Dopo 1-2 giorni dall'intervento il paziente viene medicato e vengono rimossi i drenaggi; quindi viene posto in posizione seduta nel letto e quindi si inizia un programma di mobilizzazione passiva dell'anca.

- Dopo 3-4 giorni dall'intervento il paziente prova, aiutato dalla fisioterapiesta, a mantenere la stazione eretta e quindi esegue i primi passi con carico protetto con l'ausilio di un girello.

- Dopo 7-10 giorni dall'intervento il paziente comincia a deambulare con l'ausilio di due bastoni canadesi sempre in presenza della fisioterapista. Il trattamento riabilitativo viene concordato dall'equipe costituita dal chirurgo - fisiatra - terapista della riabilitazione sulla base dell’età del paziente, della qualità dell’osso e delle “impressioni” intraoperatorie di stabilità. La fisiochinesiterapia viene eseguita con esercizi di crescente difficoltà e continuata in modo più intensivo presso strutture riabilitative specializzate.

Il paziente viene controllato ambulatoriamente a ca. 45 giorni dall'intervento, a 3 mesi, 6 mesi, 12 mesi e quindi biannualmente. Durante tali controlli viene visitato dall'ortopedico che ricerca movimenti dolorosi o disturbi della deambulazione e viene sottoposto ad accertamenti radiografici di controllo dell'anca operata per valutare l’assenza di iniziali segni di usura delle componenti protesiche e di scollamento della protesi dall’osso.


Dott. Paolo D'Aleo
Medico Chirurgo
Specialista in ortopedia e Traumatologia

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